Japanese Ice Tea: ricetta e ingredienti

da | Mar 15, 2023 | Cocktail | 0 commenti

Il Japanese Ice Tea è un cocktail peculiare, per via della sua storia caratterizzata da un susseguirsi continuo di apprezzamento e oblio, dovuto principalmente alla sua elevata gradazione alcolica, che lo rende una bevanda conosciuta e ricercata da pochi per questo, molto meno gradita da tanti altri. Tuttavia, si tratta di un drink con una storia curiosa e in parte avvolta dal mistero, che di seguito racconteremo insieme alla sua ricetta e alla modalità di realizzazione.

Che cos’è il Japanese Ice Tea

Iniziamo con il definire il carattere di questo cocktail alcolico. Il Japanese Ice Tea venne creato negli anni ‘70 da Bob “Rosebud” Butt con l’idea di proporsi come variante interessante del Long Island, una bevanda che ebbe un successo immediato, entrando a far parte della lista ufficiale dei cocktail IBA nel 2011.

A differenza del suo fratello maggiore, però, il Japanese non godette immediatamente di una grande fama. Ciò si deve in parte alla gradazione alcolica particolarmente elevata, frutto della combinazione in un unico drink di tutti i 3 distillati principali, ovvero vodka, rum bianco e gin.

Inoltre, anche il sapore risulta in un certo senso non troppo bilanciato, a causa dell’eccessiva dolcezza del Midori che, nonostante riesca a legare bene insieme le componenti alcoliche, viene percepito come troppo dolce e ricorda il sapore del melone, producendo una nota zuccherina forse eccessiva per molti palati. Ma per chi lo sa apprezzare, si adatta benissimo alle serate con gli amici che necessitano di una marcia in più o a un aperitivo sulla spiaggia dal gusto deciso e inconfondibile.

Come realizzare il Japanese Ice Tea: ingredienti e ricetta

Preparare il perfetto Japanese Ice Tea, come vedremo, non è affatto complesso: spesso questa bevanda viene confusa con il Tokyo Ice Tea, che però prevede una maggiore complicazione e una ricetta più articolata e da molti critici messa in discussione, nonostante sia comunque decisamente meno apprezzato.

Gli elementi che contraddistinguono il Japanese Ice Tea dal più fortunato Long Island risiedono nel Midori, che viene impiegato al posto del Triple Sec, e nel top, che viene realizzato con Sprite o lemonsoda al posto della coca cola, a seconda della disponibilità e dei gusti personali. Alla combinazione degli ingredienti del Japanese Ice Tea si devono la riuscita armonizzazione dei differenti distillati contenuti e la peculiare colorazione che rende il drink immediatamente riconoscibile da qualunque altro: un verde intenso dai riflessi giallastri.

Passando ora a un livello più pratico, vediamo gli ingredienti che compongono la ricetta del Japanese Ice Tea e le relative dosi. Prima di tutto, come abbiamo accennato in precedenza, della composizione fanno parte i tre distillati più noti e maggiormente utilizzati nella produzione dei cocktail, ovvero il rum bianco, la vodka e il gin. Più precisamente, ne vengono impiegati 1,5 cl di ciascuno. A questi si aggiungono 6 cl di Sweet & Sour e 1,5 cl di Midori, che costituisce l’elemento essenziale della bevanda. Infine, si conclude con il top che, come dicevamo poco fa, è realizzato con Sprite o lemonsoda.

  • 1,5 cl di Rum bianco
  • 1,5 cl di Vodka
  • 1,5 cl di Gin
  • 1,5 cl di Midori
  • 6 cl di Sweet e Sour
  • Dash di Sprite o Lemon sosa

Gli ingredienti vengono versati in un bicchiere colmo di ghiaccio, che in seguito verrà guarnito. A questo scopo tipicamente si usa una fettina di limone, o anche di lime per un tocco più spiccatamente tropicale. In alternativa, alcuni preferiscono optare per una ciliegia maraschino, che con il verde acceso del drink crea un bel gioco cromatico di contrasti.

Falsi miti sul Japanese Ice Tea

Per raccontare la storia di questo alcolico, può essere illuminante partire dal suo nome. Il termine Japanese, infatti, può facilmente trarre in inganno: non si tratta di una bevanda di origine orientale poiché, come accennavamo prima, questo cocktail fa parte della stessa famiglia del Long Island, e nacque nell’omonima isola appartenente allo stato di New York.

Piuttosto, il riferimento al Paese del Sol Levante si riferisce all’impiego del Midori, che venne creato nel 1971 proprio in Giappone e riscosse un successo talmente immediato da venire subito lanciato nel mondo della miscelazione. Fece la sua comparsa al Campionato Internazionale di Bartending di Tokyo e, contemporaneamente, a New York, traghettato dal drink Japanese Gin Tonic.

Da allora questo prodotto viene utilizzato nella preparazione di cocktail per creare numerose ricette, mentre difficilmente viene consumato da solo.

La denominazione di Ice Tea, invece, si deve alla forma della tazza all’interno della quale originariamente la bevanda veniva servita. Si tramanda che si trattasse proprio di capienti tazze da tè, una misura necessaria a contenere il top previsto dalla ricetta originale.

Tuttavia, anche questo fatto ha dato luogo ad alcuni fraintendimenti, secondo i quali il Japanese Ice Tea sarebbe un’invenzione di epoca proibizionista, ovvero un alcolico mascherato da tè freddo allo scopo preciso di sfuggire ai rigidi controlli delle autorità.

Si tratta, in realtà, di un falso mito, dal momento che la scelta del recipiente veniva semplicemente giustificata da un fine pratico e il drink vide la luce negli anni ‘70, ben lontani dal proibizionismo che, invece, riguardò gli anni che intercorsero tra il 1920 e il 1933.

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